23° Giornata mondiale Alzheimer si celebra in tutto il mondo il 21 settembre, che rappresenta il culmine del Mese mondiale Alzheimer con l’obiettivo di promuovere le attività di prevenzione e di contrastare l’emarginazione sociale legata alla malattia.

Settembre è il mese mondiale dell’Alzheimer ed il 21 settembre è la giornata celebrativa istituita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dall’Alzheimer’s Disease International (ADI) nel 1994Il titolo del convegno riprende la campagna internazionale di sensibilizzazione con lo slogan “Remember me” – “Ricordati di me“, questo per focalizzare l’attenzione sui ricordi delle persone, così importanti da non perderli.

Un mese di sensibilizzazione, con molti eventi e momenti coordinati dalla Federazione Alzheimer Italia, la maggiore organizzazione nazionale di volontariato senza fini di lucro dedicata alla promozione della ricerca sulle cause, cura e assistenza per la malattia, dando vita a un’opera di prevenzione e informazione.

Tutte le iniziative proposte dai diversi paesi testimoniano la crescita di un movimento internazionale sempre più presente per creare una coscienza pubblica sui problemi provocati da questa malattia e per riunire la comunità in tutto il mondo 

Purtroppo ad oggi non la possibilità di prevedere lo sviluppo della mattia, che provoca un lento declino delle capacità cognitive. Non sono da sottovalutare i campanelli d’allarme che il cervello fa suonare, da “Leggo.it” riportiamo: 

1) Amnesie: uno dei segnali più comuni della malattia di Alzheimer è la perdita di memoria. il soggetto comincia ad avere difficoltà nel ricordare ciò che è accaduto di recente, come ad esempio cosa ha mangiato per il pranzo; nell’invecchiamento non patologico, il soggetto ha delle dimenticanze, relative ad esempio ad alcuni nomi di persone a lui familiari, ma li ricorda dopo poco.

2) Impossibilità nel portare a termine compiti semplici: tutte quelle attività che prima si facevano con facilità ora diventano più complicate; pensiamo, ad esempio, al vestirsi da soli o alla difficoltà che si può incontrare nel preparare una ricetta che in precedenza era familiare.

3) Disturbi del linguaggio: il soggetto ha difficoltà nel denominare un oggetto, pur riconoscendolo, spesso per arginare tale difficoltà utilizza termini non esatti, spesso parole più semplici che impoveriscono il linguaggio stesso, inoltre, si ha la sensazione di avere sempre la parola cercata “sulla punta della lingua”, senza riuscire ad esplicitare il concetto che si ha in mente.

4) Difficoltà di ragionamento e pianificazione: diventa sempre più difficile eseguire i calcoli, seppur semplici e condurre un ragionamento lineare, una delle difficoltà più comuni riguarda l’incapacità di gestire in maniera adeguata il denaro, portando a termine spese eccessive o prive di utilità.

5) Disorientamento temporale: il soggetto tende a perdere il senso delle date e a confondere i giorni della settimana o le stagioni dell’anno.

6) Disorientamento spaziale: i percorsi abituali diventano complicati, anche il tornare verso la propria abitazione può generare confusione, uno dei primi segnali di un’alterazione a questo livello è la perdita di orientamento dei soggetti quando sono alla guida dell’automobile oppure quando si allontanano da ambienti familiari come, ad esempio, dalla propria abitazione.

7) Difficoltà a capire le immagini visive e i rapporti spaziali: avere dei problemi visivi potrebbe essere un segnale del morbo di Alzheimer; si può avere difficoltà a leggere, a giudicare la distanza e a stabilire il colore o il contrasto. Bisogna però prima effettuare un’analisi differenziale che escluda che si tratti di problemi visivi legati, ad esempio, alla cataratta.

8) Irritabilità e delirio: sono frequenti gli episodi in cui il soggetto appare irascibile e accusa le persone che gli sono vicino, attuando comportamenti spesso incongrui; possibili sono anche i deliri, soprattutto di tipo persecutorio.

9) Ansia e depressione: frequenti episodi di ansia e deflessione del tono dell’umore.

10) Apatia e abulia: perdita di interesse verso le persone care e tutte quelle attività che prima risultavano fonte di interesse e piacere; il soggetto può iniziare a rinunciare alle attività sociali e relazionali, gli hobby, i progetti di lavoro o le attività sportive vengono tralasciate.

Quello che ci sentiamo di sottolineare è che sicuramente esercizio fisico e mentale abbinati ad una dieta sana possono essere di aiuto nella gestione della malattia.

Per avere risultati concreti probabilmente bisognerà aspettare ancora ma la cosa importante è che già si sta iniziando a muovere qualcosa nella direzione giusta per fermare questa malattia, grazie agli studi medici e a iniziative come questa, che noi di Vettore.Medical ci sentiamo di sostenere.

Elena Rizzoli
Vettore Rinascimento Srl

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